Asmi

Associazione di Categoria dei Produttori di Supporti e Sistemi Multimediali

L'ASMI rappresenta e tutela gli interessi dei produttori e importatori di supporti e sistemi multimediali in Italia. La sua missione è essere una controparte terza nel dialogo con gli organi competenti per ottenere una regolamentazione equa e trasparente del settore, promuovendo la cooperazione tra aziende e autorità legislative per conformarsi alle direttive europee.

Attività principali:

  • Rappresentanza e difesa degli interessi dei membri
  • Collaborazione con le autorità per l'emanazione di normative chiare e conformi alle direttive europee
  • Promozione di un sistema di compenso per la copia privata equo e trasparente

L'associazione è gestita direttamente dalle aziende associate tramite la nomina di organi sociali che guidano e gestiscono le attività operative e strategiche.

Rassegna Stampa

Il Sole 24 Ore 10/02/23

Con la sentenza del 3 febbraio scorso il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo il decreto sui compensi per copia privata, in quanto, fra le altre ragioni: (a) «non detta criteri predefiniti, oggettivi e trasparenti per individuare le singole fattispecie concrete in cui è possibile beneficiare dell’esenzione»; (b) in assenza di quei criteri, attribuire alla Siae il potere di stabilire quando accordare l’esenzione si traduce in un potere discrezionale, illegittimo anche per il conflitto di interessi dell’ente; (c) anche il sistema dei rimborsi, in assenza di criteri predefiniti e oggettivi, è «aleatorio, e rende eccessivamente difficoltosa la restituzione di quanto indebitamente corrisposto»; (d) illegittima è pure la richiesta della dichiarazione dell’acquirente finale, sia perché la catena distributiva degli apparecchi «prevede, generalmente, passaggi intermedi, che rendono difficile la possibilità di contatto con l’utilizzatore finale», sia perché quest’ultimo non può essere obbligato a rendere la dichiarazione, «per cui, in sostanza, il diritto al rimborso viene a dipendere dal volere di un terzo». Alla luce di questa decisione, il legislatore potrà fare piazza pulita, come il Regno Unito, o rendere l’esazione semplice, chiara e immediata, stabilendo che al momento dell’acquisto finale al prezzo del dispositivo si aggiunge il compenso se l’acquirente è un utente privato, ma non quando ha una partita Iva e il dispositivo viene acquistato come bene strumentale. O invece, per l’ennesima volta, lascerà tutto come è, creando ulteriori incertezze economiche e contenziosi.

Leggi tutto

Rimani aggiornato

Desideri più informazioni?